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Lei ha appena descritto il metodo tedesco, Agenda 2010, che ha riformato lo stato sociale. L'esatto contrario del metodo Sarkozy, decine e decine di riforme portate avanti allo stesso momento.
Perché non ispirarci a ciò che ha funzionato? Tutti constatiamo che la Germania ha una capacità d'esportazione senza eguali in Europa. Dovrà pur esserci una ragione!
Solo che in Germania la vera riforma del mercato del lavoro l'hanno fatta dal basso sindacati e imprese negoziando caso per caso nuove formule di flessibilità.
Sono assolutamente d'accordo. Crediamo molto al lavoro comune tra organizzazioni sindacali e imprenditoriali e pensiamo che per quanto riguarda le imprese, le riforme più importanti non possano che venire da questo dialogo. Negli ultimi cinque anni la riforma francese più significativa è stata quella che ha istituito la rescissione amichevole del contratto di lavoro tra dipendenti e datori di lavoro, frutto di un accordo diretto tra sindacato e Medef. La seconda grande riforma ha invece rivisto le regole sulla rappresentatività del sindacato, anche questa concepita esclusivamente attraverso un dialogo tra le parti sociali.